18.03.13 Si è costituito oggi,  al termine di un’assemblea  presso la CGIL di Messina, il Comitato provinciale per il Lavoro in Edilizia promosso dalla Fillea. Lo fa sapere Biagio Oriti, segretario generale della Fillea Messina, che racconta "la costituzione di questi Comitati nasce per sollecitare i governi nazionale e regionale a far ripartire le opere pubbliche nella nostra regione. Il settore edile in provincia di Messina è tra i più colpiti dalla crisi. In questi anni abbiamo registrato una forte diminuzione dei posti di lavoro ma anche un peggioramento nelle retribuzioni e nella qualità del lavoro, spesso ai limiti della regolarità.  


Dal 2010 al 2012, secondo i dati della Cassa edile, a Messina i lavoratori attivi nel settore delle costruzioni sono passati da 11.687 a 10.377 e, ancora più significativamente, il Monte salari è sceso da 85.269.000€ a 74.799.000€  con una perdita in due anni di oltre 10milioni di euro di reddito tra i lavoratori.  
Per le aziende le cose non vanno meglio: tra il 2008 e il 2010 le imprese attive nelle costruzioni sono passate da 2.835 a 2.737 mentre le gare ufficiali per lavori pubblici nell’edilizia sono scese da 96 del 2011 a 61 del 2012, - 36,5 %.  
Per la Fillea Messina, che oggi pomeriggio ha convocato i lavoratori di settore "il nodo ruota attorno ad alcuni lavori importanti che sono stati previsti ma non sono mai partiti. A partire da quelli per la messa in sicurezza del territorio dopo le alluvioni di Giampilieri, di San Fratello e della Costa tirrenica per i quali sono stati stanziato 200milioni di euro. Bloccati anche gli 80milioni della manutenzione autostradale sulla Messina-Palermo e quelli per le Scuole e gli edifici pubblici" sottolinea Oriti, che prosegue "fermi anche i lavori per l’ammodernamento e la sistemazione dei porti di Tremestieri (Messina), S.Agata Militello, Milazzo, Lipari e Capo d’Orlando. Proprio a Messina poi, l’Autorità portuale dispone di 70milioni per opere da finanziare che però sono inspiegabilmente bloccati. Far partire i lavori bloccati o quelli finanziati e mai avviati creerebbe lavoro - conclude Oriti - darebbe slancio all’economia e magari ammodernerebbe anche il nostro territorio che soprattutto sul versante della mobilità vive un gap impressionante con il resto del Paese”.
 

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